Tendostrutture
Carro di Tespi lirico
italia, 1930
Percorsi evolutivi
Epoca 1930
Luogo: italia
Caratteristiche: tendostruttura itinerante
Materiali tessuto impermeabile, struttura in ferro
Dato
Utilizzo:

Spettacolo teatrale itinerante

Tipologia: tendostruttura chiusa ad aula unica di forma circolare
Progettista: Arch. Antonio Valente
APPROFONDIMENTO
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Nell’Ottocento, con l’avanzare della città borghese, l’architettura sente sempre più l’esigenza di usare forme stabili e durevoli per rappresentare la magnificenza civile e l’importanza dei suoi rappresentanti, perdendo via via  quella dimensione della rappresentazione diffusa nel Seicento e nel Settecento che coinvolgeva tutta la piazza, a scopo didascalico (sacre rappresentazioni) o di elevazione culturale (feste organizzate dai nobili signori).

Le strutture temporanee in questo periodo restano pertanto relegate agli usi itineranti, vuoi che si tratti dei circhi, la cui evoluzione più significativa è proprio databile tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, vuoi che si tratti del teatro teorizzato dai futuristi e mai concretizzato, che nasce proprio in contrasto con l’idea del teatro stabile.

All’interno del contesto italiano è da segnalare l’esperienza significativa dei Carri di Tespi, che sulla scia di quanto teorizzato dai futuristi, verso il 1928 diventano il riferimento più significativo di un’architettura temporanea studiata nel dettaglio e costruita con i materiali più innovativi per l’epoca.

I teatri ambulanti cosiddetti carri di Tespi percorrevano durante i mesi estivi l’intera penisola, portando rappresentazioni in prosa e, più tardi, anche liriche, sia nei piccoli centri che nelle grandi città: furono istituiti dall’Opera nazionale dopolavoro (OND), all’intero delle iniziative promosse dal partito nazionale fascista per l’educazione delle masse popolari [Niccolai, 2004; Pacini, 2004]. Antonio Valente fu l’architetto che progettò e seguì la costruzione della tipologia del teatro Tespi di prosa  e poi anche del più grande teatro Tespi lirico, spingendo poi altri alla prefigurazione di un terzo teatro viaggiante, la Nave di Tespi, progettata dall’ingegner Carlo Giorgetti e mai realizzata.

Attraverso i carteggi di Valente con il committente OND e con le ditte contattate per gli aspetti esecutivi dei teatri, è stato possibile capire che tali strutture temporanee furono realizzate ricorrendo a sistemi costruttivi leggeri e dotati di parti pieghevoli, in modo da facilitare e abbreviare le operazioni del montaggio e dello smontaggio. Inoltre la manifattura dell’involucro tessile fu affidata a una ditta milanese, il Laboratorio italiano impermeabili, che la realizzò su preciso disegno di Valente, con tessuti innovativi per l’epoca, resi impermeabili per garantire una durata maggiore e ne documentò anche le fasi di montaggio. 

Il Carro di Tespi Lirico è stato realizzato due anni dopo l’inizio delle attività dei teatri ambulanti Carri di Tespi di prosa, sorti in Italia per iniziativa dell’ Opera Nazionale Dopolavoro, con lo scopo di far giungere, anche nei centri minori spettacoli a prezzi accessibili.

I tre Carri di Tespi per la Prosa e il Carro Lirico per le rappresentazioni operistiche istituito nel 1930, furono progettati appositamente per impressionare i loro spettatori di provincia con un “senso di miracolo”. Dopo poche ore dell’ arrivo delle troupe, con autocarri e torpedoni, lo spazio designato veniva trasformato da 300 maestranze in una struttura simile ad “un tempio”: un doppio palcoscenico coperto da una cupola “Fortuny” appositamente progettata, che dava l’impressione di una profondità all’infinito ed era predisposto per effetti speciali, cioè notti stellari, acquazzoni, onde e altre cose simili. Venivano allineate lunghe file di sedie, seguite da ordini di posti in gradinata che contenevano migliaia di persone. Per molte settimane, prima del passaggio delle carovane attraverso le provincie, la maggior parte dei comunicati OND era dedicata alla programmazione dei percorsi e alla mobilitazione degli spettatori.

Il prezzo del biglietto d’ entrata comprensivo del costo del viaggio in autopullman per chi partiva da Bassano, era lire 24 per le sedie di orchestra, 20 per quelle di platea, 16 per la tribuna. Il concorso di pubblico era “davvero imponente”.

Le rappresentazioni, in ambito da cerimonia, per la loro rarità e novità sbalorditiva, lasciavano sugli spettatori un’ impressione indelebile, specie tra la popolazione rurale abituata al ritmo più lento di una società non tecnologica. Un’ atmosfera festosa pervadeva la rappresentazione e la gaiezza del pubblico si esauriva lentamente durante i giorni e le settimane di discussione e di commenti che seguivano ogni avvenimento.

CREDITS

Testi a cura di Rocco Ciurlia e Alessandra Zanelli

Ridisegni 3D di Rocco Ciurlia

FONTI BIBLIOGRAFICHE
Isgrò Giovanni, L’avventura dei Carri di Tespi: dall’idea del decentramento culturale del teatro, al teatro ambulante per le masse, in Isgrò Giovanni, Antonio Valente architetto scenografo e la cultura materiale del teatro in Italia fra le due guerre, Flaccovio, Palermo, 1988, pp. 83-96
www.luce.it/istitutoluce
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
www.luce.it/istitutoluce